Il sacco di carta
La Commissione Warren sostenne che un sacco di carta, e una coperta trovata nel garage di Ruth Paine, collegavano Oswald alla presunta arma del delitto. Secondo la Commissione, Oswald utilizzò il sacco di carta per trasportare il fucile all’interno del Texas School Book Depository la mattina del 22 novembre, e quel sacco poi fu trovato vicino alla finesta da dove erano partiti i colpi. La coperta invece, sarebbe servita per avvolgere il fucile nei mesi precedenti.
Peccato che il Rapporto Warren non menzioni le analisi effettuate dall’esperto dell’FBI James Cadigan, il quale disse esplicitamente che non era riuscito a trovare alcun segno, graffio o abrasione, che indicasse un collegamento del pacco con il fucile Mannlicher-Carcano. Il risultato negativo dell’esame di Cadigan assume grande importanza alla luce del rapporto dell’FBI n. 2974, in cui si legge che il fucile scoperto al sesto piano del Book Depository era stato ben lubrificato. E’ difficile, quindi, comprendere come sia stato possibile che quel fucile, smontato in diversi pezzi rimasti in quel sacco per almeno 12 ore, non avesse lasciato alcuna traccia di unto sul (o nel) pacco di carta, che potesse essere facilmente scoperta, se non a occhio nudo, in un test di laboratorio. Il fatto che la testimonianza dell’esperto non includa menzione alcuna di tracce di olio, è di per se stesso una prova convincente contro le conclusioni della Commissione Warren.
Egualmente significativo era il fatto che anche sulla coperta non fu rilevata alcuna traccia di olio, sebbene quel fucile, correttamente oliato, vi era rimasto, presumibilmente, avvolto per alcuni mesi. Ciò indebolisce ulteriormente l’arbitraria conclusione del Rapporto Warren secondo cui il fucile era stato in quella coperta fino alla notte precedente l’assassinio. Un’altro esperto dell’FBI, Paul Stombaugh, esaminò il sacco (CE142), e scoprì che esso conteneva un singola fibra marrone viscosa, e alcune fibre di cotone verde chiaro. La Commissione teorizzò che il fucile, in qualche modo, aveva trattenuto alcune fibre della coperta in cui era stato avvolto, trasferendole poi all’interno del sacco.
Il fucile, quindi, secondo il Rapporto Warren, lasciò qualche traccia indiretta ma neppure un minimo segno che confermasse direttamente la sua presenza in quel sacco. Anche in questo caso, però, la testimonianza di Stombaugh non aveva incoraggiato le conclusioni della Commissione. L’esperto infatti dichiarò, nella sostanza, che quelle fibre potevano provenire da quella coperta, ma, con le stesse probabilità potevano avere altre origini. Praticamente anche quelle fibre non dimostravano nulla, a dispetto della disonesta interpretazione del Rapporto.
Le incerte origini – Gli esperti che analizzarono quel sacco conclusero che era stato costruito con carta e nastro adesivo presi dal banco d’imballaggio del deposito dei libri, al massimo nei tre giorni precedenti il 22 novembre. Il Rapporto, quindi, dà per scontato che in un imprecisato momento Oswald confezionò quel sacco con materiale asportato dal banco di cui era responsabile Eugene West. Quest’ultimo, durante la testimonianza alla CW, fece notare all’interrogante che il distributore di nastro adesivo inumidiva automaticamente il nastro stesso, nel momento in cui questo veniva estratto per essere usato. L’unico modo per evitare che il nastro si inumidisse era di togliere il rotolo dal distributore. Tuttavia, il nastro sul presunto contenitore del fucile mostrava segni che riconducevano a quella macchina distributrice, per cui l’unica spiegazione possibile era che Oswald avesse confezionato il sacco direttamente al deposito. Ma come spesso capita, quando si cercano le prove contro Oswald, i problemi non si fanno desiderare.
L’avvocato della Commissione, David Belin, chiese a West se Oswald lo avesse mai aiutato nel suo lavoro, se quest’ultimo avesse mai utilizzato il materiale del banco per se stesso, e se avesse mai visto Oswald aggirarsi intorno al banco d’imballaggio.
Le risposte di West furono sempre decisamente negative.
Inoltre, Wesley Frazier, che la sera precedente l’assassinio aveva accompagnato Oswald a casa dei Paine a Irving, disse che il collega non aveva nulla con sé. La stessa cosa testimoniarono Ruth Paine e Marina Oswald che videro Lee arrivare a casa.
Quindi, la certezza che quel pacco fu costruito nel deposito e la totale assenza di prove che a farlo fosse stato Oswald, sono aspetti che ci inducono a credere che quel sacco fu preparato da altri.
Il misterioso contenuto – Circa alle 07.15 della mattina dell’assassinio, 22 novembre 1963, Oswald lasciò la casa dei Paine incamminandosi verso la vicina residenza della signora Linnie Mae Randle (a sinistra nella foto), presso la quale abitava Wesley Frazier (fratello della Randle), il collega che accompagnava Oswald al lavoro quando questi ritornava a Dallas dopo una visita alla famiglia. Infatti, Marina Oswald e le due figlie risiedevano momentaneamente dai Paine a Irving. La Randle e Frazier furono le sole due persone che videro Oswald quella mattina prima che arrivasse al lavoro; quindi gli unici a vedere il pacco che Oswald portò al deposito. Dalla finestra della cucina, la signora Randle vide Oswald arrivare, e notò che trasportava un sacco di carta marrone per pacchi, la cui estremità superiore era piegata in giù.
La signora Randle specificò che Oswald reggeva il pacco afferrandolo proprio dall’estremità superiore, in modo che la parte opposta toccasse quasi terra (2H248).
Quando l’avvocato della Commissione, Joseph Ball, ebbe la dimostrazione dalla signora Randle di come Oswald portasse il pacco, provò ad estorcerle una falsa descrizione; ma lei lo corresse prontamente.
Ball: E in quale parte intermedia la sua mano stringeva il pacco?
Randle: No, signore, ne stringeva un pezzettino giusto nella parte superiore.
Ball: Lo afferrava in alto con la sua mano destra in modo che l’altra estremità toccasse quasi terra?
Randle: Si, signore. (2H248)
Secondo la signora Randle quel pacco misurava poco più di 60 cm.. Quando le fu mostrato un pacco che misurava circa un metro, la testimone affermò che era troppo lungo rispetto a quello che lei aveva visto, anche se Oswald lo aveva leggermente piegato nella parte superiore.
Infatti la Randle piegò volontariamente il pacco fino a raggiungere la lunghezza che lei riteneva corretta, e il risultato fu un sacco di 70 cm. (2H249-250). Inoltre l’FBI, in uno dei suoi interrogatori alla signora Randle, organizzò una ricostruzione utilizzando un sacco simile a quello di Oswald, che fu piegato secondo la lunghezza ricordata dalla testimone. Il rapporto dell’FBI afferma che il risultato di quella simulazione fu un pacco che misurava meno di 70 cm. (24H408). Dalle risposte della signora Randle nasce spontaneo un ulteriore interrogativo: se davvero quel pacco conteneva un fucile smontato in più pezzi, e se davvero era così “lungo e pesante” come afferma il Rapporto Warren, è concepibile che Oswald lo sostenesse stringendone solo un pezzettino nella parte superiore?
E’ ammirevole la coerenza della signora Randle, la quale non si fece minimamente intimidire dalle severe domande della Commissione. I suoi ricordi della lunghezza del pacco variano solo di 5-6 cm in almeno due ricostruzioni e una valutazione verbale. Se consideriamo la descrizione del modo in cui Oswald lo reggeva, è ovvio che quel sacco non poteva eccedere dai 70 cm indicati ripetutamente dalla signora Randle, tenendo presente che Oswald era alto 175 cm. (Chi scrive misura in altezza solo 3 cm meno di Oswald. Una mia simulazione sulla lunghezza massima del pacco conferma la misura di 70 cm scarsi).
Wesley Frazier notò il pacco sul sedile posteriore della sua auto dopo essere arrivati nel parcheggio del deposito, dove lavorava con Oswald. Egli stimò che il pacco fosse lungo circa 60 cm. (2H226).
Anche quest’ultimo episodio fa nascere un interrogativo che mette fortemente in dubbio la possibilità che quel pacco contenesse un fucile smontato in più pezzi. Infatti, se così fosse stato, è concepibile che Oswald potesse aver lasciato quel pacco sul sedile posteriore, invece di tenerselo gelosamente e precauzionalmente tra le sue mani, evitando così la non remota possibilità che una brusca frenata ne rivelasse il contenuto al collega Frazier?
Durante il tragitto dal parcheggio all’ingresso del deposito, Frazier camminò a circa 15 metri da Oswald che lo precedeva, e notò che Oswald portava il pacco parallelo al corpo, tenendone un capo sotto l’ascella e l’altra estremità nel palmo della mano (2H228). Durante la sua testimonianza davanti alla Commissione Warren, Frazier prese un sacco contenente il fucile Mannlicher-Carcano smontato, e simulò il modo in cui Oswald trasportava il suo pacco. Imitando Oswald, Frazier mise un’estremità nella sua mano destra, ma non fu possibile posizionare l’altro capo sotto l’ascella, perché esso arrivava all’altezza del suo orecchio. E siccome Frazier era anche più alto di Oswald, la già notevole eccedenza risultò anche meno evidente del dovuto.
La testimonianza di Frazier alla Commissione è confermata dalla dichiarazione giurata resa all’FBI il 22 novembre 1963. In essa Frazier stimava la lunghezza del sacco in circa 60 cm., aggiungendo che Lee ne reggeva un capo nella mano messa a coppa, e l’altro capo stretto sotto l’ascella destra (24H209). Insomma il sacco era perfettamente diritto e parallelo al suo corpo.
Durante un’altre ricostruzione Frazier indicò agli agenti dell’FBI la lunghezza occupata dal pacco sul sedile posteriore della sua auto. La misura corrispondeva a meno di 69 cm.(24H409).
Se noi prendiamo la descrizione di Frazier del modo in cui Oswald portava il pacco mentre camminava verso il deposito, la lunghezza massima del pacco non può superare i 70 cm.
Jack Dougherty fu l’unico impiegato del deposito a vedere Oswald mentre entrava nell’edificio quella mattina, e dichiarò di non aver notato niente nelle sue mani. Pressato dall’interrogante, Dougherty affermò che se anche Oswald avesse avuto qualcosa nelle sue mani, lui non la vide.
Questa testimonianza è assolutamente compatibile con il modo in cui, secondo Frazier, Oswald trasportava il pacco. Infatti, siccome Oswald teneva il pacco coperto dal suo braccio destro, con un’estremità in una mano e l’altro sotto l’ascella, è possibilissimo che il pacco potesse non essere notato, in particolare, se qualcuno guardava Oswald lateralmente, e magari da sinistra.
Linnie Mae Randle e suo fratello Wesley Frazier dimostrarono di essere testimoni coerenti e credibili. Dopo rigorosi interrogatori e ripetute ricostruzioni la sostanza delle loro dichiarazioni emerge inalterata e rinforzata. Stando alla loro testimonianza quel sacco di carta non avrebbe mai potuto contenere un fucile, il cui pezzo più lungo misurava circa 90 cm.
Ma la Commissione Warren concluse che si erano sbagliati.
A questo punto, però, è più che lecito chiedersi: essendo Frazier e la Randle gli unici a poter testimoniare sul pacco, che senso ebbero le loro testimonianze se poi, d’ufficio, la Commissione decise che si erano sbagliati?
Non ci sono dubbi, dunque, che la Commissione avrebbe ritenuto attendibili i due testimoni, solo se questi avessero avvalorato la credenza che quel sacco aveva contenuto quel fucile. Questo scandaloso sistema di valutazione e selezione delle testimonianze, fu purtroppo la regola nell’operato di una Commissione che non mostrò alcuna vera intenzione di indagare, ma cercò unicamente, o soprattutto, di confermare i risultati delle frettolose indagini condotte dall’FBI e dalla polizia di Dallas, secondo le quali Oswald era l’assassino del Presidente.
Il misterioso contenuto – Circa alle 07.15 della mattina dell’assassinio, 22 novembre 1963, Oswald lasciò la casa dei Paine incamminandosi verso la vicina residenza della signora Linnie Mae Randle (a sinistra nella foto), presso la quale abitava Wesley Frazier (fratello della Randle), il collega che accompagnava Oswald al lavoro quando questi ritornava a Dallas dopo una visita alla famiglia. Infatti, Marina Oswald e le due figlie risiedevano momentaneamente dai Paine a Irving. La Randle e Frazier furono le sole due persone che videro Oswald quella mattina prima che arrivasse al lavoro; quindi gli unici a vedere il pacco che Oswald portò al deposito. Dalla finestra della cucina, la signora Randle vide Oswald arrivare, e notò che trasportava un sacco di carta marrone per pacchi, la cui estremità superiore era piegata in giù.
La signora Randle specificò che Oswald reggeva il pacco afferrandolo proprio dall’estremità superiore, in modo che la parte opposta toccasse quasi terra (2H248).
Quando l’avvocato della Commissione, Joseph Ball, ebbe la dimostrazione dalla signora Randle di come Oswald portasse il pacco, provò ad estorcerle una falsa descrizione; ma lei lo corresse prontamente.
Ball: E in quale parte intermedia la sua mano stringeva il pacco?
Randle: No, signore, ne stringeva un pezzettino giusto nella parte superiore.
Ball: Lo afferrava in alto con la sua mano destra in modo che l’altra estremità toccasse quasi terra?
Randle: Si, signore. (2H248)
Secondo la signora Randle quel pacco misurava poco più di 60 cm.. Quando le fu mostrato un pacco che misurava circa un metro, la testimone affermò che era troppo lungo rispetto a quello che lei aveva visto, anche se Oswald lo aveva leggermente piegato nella parte superiore.
Infatti la Randle piegò volontariamente il pacco fino a raggiungere la lunghezza che lei riteneva corretta, e il risultato fu un sacco di 70 cm. (2H249-250). Inoltre l’FBI, in uno dei suoi interrogatori alla signora Randle, organizzò una ricostruzione utilizzando un sacco simile a quello di Oswald, che fu piegato secondo la lunghezza ricordata dalla testimone. Il rapporto dell’FBI afferma che il risultato di quella simulazione fu un pacco che misurava meno di 70 cm. (24H408). Dalle risposte della signora Randle nasce spontaneo un ulteriore interrogativo: se davvero quel pacco conteneva un fucile smontato in più pezzi, e se davvero era così “lungo e pesante” come afferma il Rapporto Warren, è concepibile che Oswald lo sostenesse stringendone solo un pezzettino nella parte superiore?
E’ ammirevole la coerenza della signora Randle, la quale non si fece minimamente intimidire dalle severe domande della Commissione. I suoi ricordi della lunghezza del pacco variano solo di 5-6 cm in almeno due ricostruzioni e una valutazione verbale. Se consideriamo la descrizione del modo in cui Oswald lo reggeva, è ovvio che quel sacco non poteva eccedere dai 70 cm indicati ripetutamente dalla signora Randle, tenendo presente che Oswald era alto 175 cm. (Chi scrive misura in altezza solo 3 cm meno di Oswald. Una mia simulazione sulla lunghezza massima del pacco conferma la misura di 70 cm scarsi).
Wesley Frazier notò il pacco sul sedile posteriore della sua auto dopo essere arrivati nel parcheggio del deposito, dove lavorava con Oswald. Egli stimò che il pacco fosse lungo circa 60 cm. (2H226).
Anche quest’ultimo episodio fa nascere un interrogativo che mette fortemente in dubbio la possibilità che quel pacco contenesse un fucile smontato in più pezzi. Infatti, se così fosse stato, è concepibile che Oswald potesse aver lasciato quel pacco sul sedile posteriore, invece di tenerselo gelosamente e precauzionalmente tra le sue mani, evitando così la non remota possibilità che una brusca frenata ne rivelasse il contenuto al collega Frazier?
Durante il tragitto dal parcheggio all’ingresso del deposito, Frazier camminò a circa 15 metri da Oswald che lo precedeva, e notò che Oswald portava il pacco parallelo al corpo, tenendone un capo sotto l’ascella e l’altra estremità nel palmo della mano (2H228). Durante la sua testimonianza davanti alla Commissione Warren, Frazier prese un sacco contenente il fucile Mannlicher-Carcano smontato, e simulò il modo in cui Oswald trasportava il suo pacco. Imitando Oswald, Frazier mise un’estremità nella sua mano destra, ma non fu possibile posizionare l’altro capo sotto l’ascella, perché esso arrivava all’altezza del suo orecchio. E siccome Frazier era anche più alto di Oswald, la già notevole eccedenza risultò anche meno evidente del dovuto.
La testimonianza di Frazier alla Commissione è confermata dalla dichiarazione giurata resa all’FBI il 22 novembre 1963. In essa Frazier stimava la lunghezza del sacco in circa 60 cm., aggiungendo che Lee ne reggeva un capo nella mano messa a coppa, e l’altro capo stretto sotto l’ascella destra (24H209). Insomma il sacco era perfettamente diritto e parallelo al suo corpo.
Durante un’altre ricostruzione Frazier indicò agli agenti dell’FBI la lunghezza occupata dal pacco sul sedile posteriore della sua auto. La misura corrispondeva a meno di 69 cm.(24H409).
Se noi prendiamo la descrizione di Frazier del modo in cui Oswald portava il pacco mentre camminava verso il deposito, la lunghezza massima del pacco non può superare i 70 cm.
Jack Dougherty fu l’unico impiegato del deposito a vedere Oswald mentre entrava nell’edificio quella mattina, e dichiarò di non aver notato niente nelle sue mani. Pressato dall’interrogante, Dougherty affermò che se anche Oswald avesse avuto qualcosa nelle sue mani, lui non la vide.
Questa testimonianza è assolutamente compatibile con il modo in cui, secondo Frazier, Oswald trasportava il pacco. Infatti, siccome Oswald teneva il pacco coperto dal suo braccio destro, con un’estremità in una mano e l’altro sotto l’ascella, è possibilissimo che il pacco potesse non essere notato, in particolare, se qualcuno guardava Oswald lateralmente, e magari da sinistra.
Linnie Mae Randle e suo fratello Wesley Frazier dimostrarono di essere testimoni coerenti e credibili. Dopo rigorosi interrogatori e ripetute ricostruzioni la sostanza delle loro dichiarazioni emerge inalterata e rinforzata. Stando alla loro testimonianza quel sacco di carta non avrebbe mai potuto contenere un fucile, il cui pezzo più lungo misurava circa 90 cm.
Ma la Commissione Warren concluse che si erano sbagliati.
A questo punto, però, è più che lecito chiedersi: essendo Frazier e la Randle gli unici a poter testimoniare sul pacco, che senso ebbero le loro testimonianze se poi, d’ufficio, la Commissione decise che si erano sbagliati?
Non ci sono dubbi, dunque, che la Commissione avrebbe ritenuto attendibili i due testimoni, solo se questi avessero avvalorato la credenza che quel sacco aveva contenuto quel fucile. Questo scandaloso sistema di valutazione e selezione delle testimonianze, fu purtroppo la regola nell’operato di una Commissione che non mostrò alcuna vera intenzione di indagare, ma cercò unicamente, o soprattutto, di confermare i risultati delle frettolose indagini condotte dall’FBI e dalla polizia di Dallas, secondo le quali Oswald era l’assassino del Presidente.
Il ritrovamento? – Sebbene il sacco di carta fosse stato trovato nel covo dell’assassino, incredibilmente la polizia di Dallas omise di prendere una foto della scena del crimine che lo mostrasse nel punto in cui era stato rinvenuto. Di fatto il pacco fu fotografato da qualche giornalista solo quando lo portarono fuori dal deposito; e ciò avvenne tre ore dopo il presunto ritrovamento. Come mai una prova così importante non venne, come il fucile e i bossoli, portata subito alla centrale di polizia per i rilievi del caso?
Perché quel sacco, scoperto e imprudentemente rimosso talmente in fretta da non esserci più al momento delle foto della scena del crimine, fu portato fuori dal deposito con tanta pachidermica lentezza?
Chi si trovasse a leggere le testimonianze relative al presunto contenitore del fucile rimarrebbe impressionato dall’assoluta confusione e dalle contraddizioni dei resoconti.
Questi differiscono notevolmente riguardo al dove fu trovato il sacco, a chi lo trovò, quanto misurava, a cosa assomigliava, se era veramente un pacco, chi lo maneggiò. e chi lo rimosse dal covo.
E’ vero che su quel sacco furono trovate due impronte di Oswald, ma è proprio il numero limitato di impronte che alimenta dei dubbi. Infatti, se consideriamo che Oswald preparò quel sacco al deposito e se lo portò a casa, che vi inserì un fucile ben oliato e smontato in una decina pezzi, che riportò il tutto al deposito, e che infine tirò fuori uno ad uno tutti i pezzi per ricomporre l’arma, è davvero incredibile pensare che a seguito di tutto quel maneggiare Oswald potesse aver lasciato solo un’impronta palmare e un’impronta di un dito.
E comunque, sebbene esista il problema rappresentato dalle due impronte, questo fatto condanna Oswald molto meno di quanto non lo assolvano tutte le omissioni e le stranezze che abbiamo qui elencato. Risulta certamente più facile pensare a una macchinazione per l’unica prova contro, che non credere a tante coincidenze e distrazioni per tutte quelle a favore.
Notare, qui sopra, le dimensioni del sacco presumibilmente ritrovato. Poteva Oswald trasportare un simile involucro nei modi descritti da Wesley Frazier e Linnie Mae Randle? E senza che Jack Dougherty lo vedesse?
Inoltre, confrontate le dimensioni del sacco in quest’ultima immagine, con quelle della foto di inizio pagina. Si tratta dello stesso sacco?