Se Abraham Zapruder, il 22 novembre 1963, non avesse portato con sé la cinepresa, forse lo avremmo ricordato semplicemente come uno dei tanti cittadini presenti nella Dealey Plaza a Dallas, testimone, più o meno attendibile, dell’assassinio di JFK. E oggi, quasi sicuramente, tutti noi avremmo già da tempo metabolizzato quelle conclusioni ufficiali che ancora adesso legittimano il dissenso di molti seri ed onesti ricercatori, e della maggior parte dell’opinione pubblica. Insomma, la teoria del “folle solitario” sarebbe stata molto più facilmente propinata ai cittadini americani e a tutti quelli che da subito mostrarono la loro diffidenza nei confronti del Rapporto Warren.
Ma Zapruder, per sua fortuna, e soprattutto a beneficio della verità, la cinepresa ce l’aveva, e riuscì a preservare per la storia 26 importantissimi secondi della realtà di quel drammatico giorno. Un brevissimo filmato che, con particolari spettacolarmente agghiaccianti, racchiude l’intera sparatoria e la tragedia che ne fu conseguenza.
Tutte le investigazioni sul caso JFK non hanno potuto prescindere dal film di Zapruder. Le due inchieste ufficiali, la Commissione Warren e l’HSCA, furono costrette a inenarrabili contorsionismi interpretativi per eludere le evidenze messe in mostra da quelle immagini. L’House Select Committee on Assassinations, il cui team di esperti indicò molti particolari illuminanti di quel filmato, trovò in seguito, con le conclusioni dell’inchiesta, il modo per contraddire i risultati delle sue stesse ricerche.
Ma veniamo all’analisi di quei fotogrammi, che oltre a basarsi proprio sugli aspetti messi in evidenza dagli esperti dell’HSCA, utilizzerà soprattutto ciò che appare chiaramente anche ad un esame non particolarmente attento e professionale.
Da tenere presente che ogni fotogramma corrisponde a 1/18 di secondo. La cinepresa di Zapruder, infatti, riprendeva 18,3 frames al secondo.
Il primo sparo
Tra i fotogrammi Z160 e Z180, e cioè nell’intervallo temporale di un secondo, il Committee rilevò due distinte reazioni che interpretò come altrettante risposte a un qualcosa fuori dall’ordinario; quasi certamente un colpo di fucile. I protagonisti di quelle reazioni erano John Connally e Rosemary Willis.
Il primo effettua, tra Z162 e Z169, un repentino, quanto innaturale, movimento sinistra-destra della testa in soli 4/10 di secondo, mentre la ragazzina frena di colpo la sua corsa proprio a Z180. A confermare che si trattava di reazioni a un colpo d’arma da fuoco ci sono le testimonianze di parecchi testimoni che dichiararono di aver udito lo sparo immediatamente dopo la svolta della limousine su Elm Street. E come possiamo vedere osservando l’intervallo di fotogrammi che stiamo esaminando, l’auto presidenziale ha appena terminato di svoltare.
Basandoci sulla significativa reazione del governatore Connally, dovendo concedere a quest’ultimo un minimo di tempo per mettere in atto la reazione stessa, iniziata a Z162, possiamo ragionevolmente concludere che quel colpo fu esploso intorno al fotogramma Z150.
Vediamo allora quale era la posizione della limousine in corrispondenza di Z151, e quale era in quel momento la visuale di un cecchino che si fosse trovato alla finestra del sesto piano del deposito libri. Le immagini che vedete qui sotto indicano alcuni punti di riferimento che ci consentono di stabilirlo.
La linea rossa indica il confine tra il prato e il cemento del marciapiede sud di Elm Street. Il quadratino bianco ci mostra dove si trovava Phil Willis qualche secondo prima di scattare la sua famosa foto n. 5. Il cerchio verde rappresenta la proiezione dell’ombra dell’albero sulla corsia sud di Elm Street. La ruota anteriore sinistra della limousine coincide con il centro della sommità dell’ombra. Anche l’ipotetica linea di congiunzione tra Zapruder e Willis indica, con un basso margine di errore, che il Presidente si trovava nel punto indicato dal quadratino giallo.
Le perizie dell’FBI accertarono che solo a partire da Z166 il bersaglio sarebbe stato coperto dalla quercia sottostante, ed infatti, come possiamo vedere, la visuale del presunto cecchino alla finestra del sesto piano era perfetta, in corrispondenza di Z151. Ma in quel momento sarebbe stato estremamente difficoltoso puntare il bersaglio che si trovava proprio li sotto, visti gli ostacoli rappresentati dalle scatole che lo stesso attentatore aveva posizionato come appoggio per il fucile. Osservate come, stando seduto o in ginocchio dietro quelle scatole, non solo non sarebbe stato visibile il bersaglio JFK, ma non sarebbe stata visibile neppure la limousine. Per sparare sull’obiettivo il cecchino avrebbe dovuto far fuoco stando in piedi, ma anche così facendo avrebbe incontrato l’ostacolo del vetro sporco della parte chiusa della finestra. E se pure volessimo ignorare gli ostacoli di cui sopra, e ammettere che l’attentatore riuscì a trovare la giusta e comoda posizione per sparare, come sarebbe possibile poi sostenere che costui aveva mancato il bersaglio da una tale risibile distanza?
E addirittura, come potrebbero i sostenitori della tesi ufficiale, affermare che il cecchino era riuscito nell’impresa di mancare tutti i 14 metri quadrati della limousine?
Da non dimenticare che stiamo parlando dello stesso tiratore che alcuni secondi dopo avrebbe, presumibilmente, messo a segno due tra i più devastanti e precisi proiettili della storia.
Insomma, tutto sta ad indicare che la fonte del primo sparo non poteva essere stata la finestra del sesto piano del Texas School Book Depository.
Il secondo sparo
Diversamente dalla Commissione Warren, l’HSCA riuscì ad individuare l’inizio della drammatica reazione di JFK prima che quest’ultimo scomparisse dietro il cartello stradale. Se osserviamo attentamente l’intervallo di frames tra Z200 e Z207 notiamo come il braccio destro di Kennedy assuma una posizione scomposta ed innaturale, rispetto alla posizione di saluto di qualche attimo prima. Si tratta certamente dell’inizio di quella reazione che appare evidente, nella sua tragica evoluzione, a partire dal fotogramma Z225. Il Committee concluse, dopo aver calcolato un fisiologico ½ secondo di tempo di reazione della vittima, che JFK stava reagendo a un proiettile che lo aveva colpito alla schiena intorno al fotogramma Z190. Ma indipendentemente dal punto in cui la pallottola attinse il corpo di Kennedy, la conferma che il Presidente fu colpito per la prima volta proprio in quel momento ci viene data dall’importante testimonianza di Phil Willis, un signore che si trovava sul marciapiede sud di Elm Street, di fronte all’ingresso principale del Book Depository, e che era il papà della ragazzina che vediamo correre nel film di Zapruder. L’importanza di Willis consiste non tanto in ciò che lui disse, ma in quello che fece. Willis, infatti, riprese numerose fotografie, e dichiarò che lo scatto della più famosa di queste (la n. 5) fu l’involontaria risposta al rumore di un colpo di fucile. La foto n. 5 di Phil Willis fu scattata nel preciso istante in cui Zapruder riprendeva il fotogramma 202, e ognuno dei due testimoni è visibile nell’immagine ripresa dall’altro.
Risulta evidente la straordinaria simultaneità della reazione di Kennedy con il momento in cui Willis sentì uno sparo. Questo dimostra senza ombra di dubbio il fatto che un proiettile colpì JFK immediatamente prima che la sua figura fosse coperta dal cartello stradale, e cioè in corrispondenza o subito dopo Z190. Un`ulteriore conferma di questo fatto è la reazione dei due poliziotti sulle moto alla sinistra della limousine. Entrambi si girano simultaneamente alla loro destra in corrispondenza del fotogramma Z205. Quindi non possiamo che essere d’accordo con la collocazione temporale a cui giunsero gli esperti dell’HSCA. Il grosso problema è che quegli stessi esperti ritenevano che la fonte del secondo sparo fosse la finestra dell’angolo sud-est del sesto piano del deposito, dietro la quale, come la Commissione Warren, presumevano ci fosse Oswald. Questa incredibile ipotesi mi imbarazza non poco quando penso che a sostenerla è un’inchiesta ufficiale del governo degli Stati Uniti.
Infatti, come molti sanno, l’FBI aveva accertato, nell’ambito dell’inchiesta Warren, che il presunto cecchino del sesto piano del TSBD aveva il bersaglio ostruito dalla quercia sottostante, tra i fotogrammi 166 e 210 del film di Zapruder. E di questo il Committee era certamente consapevole.
A questo punto, visto che l’HSCA riteneva il secondo colpo essere quello che aveva colpito in sequenza prima Kennedy e poi Connally, provocando ben sette ferite comprensive di ossa sbriciolate, dovremmo concludere che lo sparatore di quel formidabile proiettile aveva premuto il grilletto in un momento in cui non vedeva il bersaglio, ottenendo, per pura fortuna, i risultati devastanti appena descritti. E siccome il Committee riteneva Oswald responsabile anche dello sparo iniziale, che quest’ultimo avrebbe esploso meno di 2 secondi prima del successivo, dovremmo anche ritenere che il colpo del secolo abbia avuto come tempo di preparazione nemmeno l’intervallo necessario alla sola ricarica del presunto fucile dell’attentato, e cioè 2.3 secondi.
Credo che l’HSCA, per quel che riguarda la ricostruzione della sparatoria, sia stata capace di concepire delle assurdità che nemmeno la Commissione Warren sarebbe riuscita ad immaginare. Ma torniamo alla razionalità e ai piedi per terra.
Se osserviamo questa foto, già proposta sopra, possiamo facilmente immaginare che in corrispondenza di Z190 il presunto sparatore del deposito, non solo non vedeva il bersaglio perchè coperto dalla quercia, ma non vedeva nemmeno la quercia!!!
L’unica spiegazione possibile, quindi, è che pure il secondo sparo, arrivato a Z190, non proveniva dalla famosa finestra del Book Depository.
Il terzo sparo
E’ solo a partire dal fotogramma 224 che il film di Zapruder inizia a mostrarci chiaramente gli effetti della sparatoria, nonostante l’HSCA abbia concluso che al fotogramma Z190 erano già stati esplosi due colpi.
A Z223, come vedete, la situazione appare ancora tranquilla. Il governatore Connally è appena spuntato da dietro il cartello stradale e, col busto girato leggermente verso destra, sembra messo in posa per la cinepresa di Zapruder. L’espressione del suo viso è serena, e tutto lascia pensare che la sua cassa toracica sia ancora perfettamente integra. Ma solo per poco.
Improvvisamente, a Z224 per l’appunto, cominciamo ad acquisire le prime di una lunga serie di tragiche ma illuminanti informazioni. La spalla destra di Connally subisce, nello spazio di 1/18 di secondo, una violentissima spinta in avanti, al punto che la vittima viene letteralmente raddrizzata sul sedile, rispetto alla posizione assunta a Z223. Il brusco movimento della spalla, ma ancora di più lo svolazzare del lato destro della giacca, sono elementi che, non solo, dimostrano che Connally è stato colpito, ma ci assicurano che il proiettile lo ha trapassato proprio in quel momento.
Infatti, se è possibile speculare sull’espressione tirata e sofferente del governatore a Z224, affermando che potrebbe trattarsi di una reazione ritardata, non è invece sostenibile che sia una giacca ad avere delle reazioni posticipate. Quindi, abbiamo ragionevolmente stabilito un altro punto fermo, e cioè, che Connally fu colpito alla schiena, da un proiettile che gli fuoriuscì sotto il capezzolo destro, esattamente in corrispondenza di Z224.
Questo proiettile, secondo le conclusioni della Commissione Warren, aveva appena trapassato anche il Presidente Kennedy. Si tratterebbe della tanto discussa “pallottola singola”, che l’HSCA ha anticipato di qualche secondo collocandola a Z190. Ma non è un problema smontare entrambe le versioni di quella che è stata giustamente definita “pallottola magica”.
Infatti, la teoria del Select Committee è sbagliata perché, come abbiamo dimostrato, appare in modo chiaro che Connally fu colpito a Z224 immediatamente dopo essere riapparso da dietro il cartello stradale, mentre, come lo stesso Committee ha accertato, JFK fu colpito immediatamente prima di esserne coperto.
Per quel che riguarda l’ipotesi della CW, invece, se noi osserviamo un dettaglio del fotogramma Z224, e cioè il momento esatto in cui Connally fu colpito alla schiena, vediamo che, come a Z225, le braccia di JFK sono in una posizione già chiaramente reattiva. E’ inconcepibile che il Presidente potesse, nel momento stesso in cui veniva ferito, mettere in atto una risposta così evidente al colpo ricevuto. In realtà quello che vediamo a Z224 è l’evoluzione di un movimento iniziato già prima che JFK fosse completamente coperto dal cartello stradale.
Le due vittime furono raggiunte da proiettili diversi, sparati da fucili diversi, in un lasso di tempo di poco inferiore ai due secondi.
Il quarto sparo
In questa animazione appare evidente che JFK è stato colpito, quasi certamente alla gola, da un proiettile proveniente dal davanti. Come già detto in precedenza, l’HSCA collocò questo sparo intorno al fotogramma Z190, ma è probabile che ciò avvenne una decina di fotogrammi dopo, e cioè mentre Phil Willis stava per scattare la sua più famosa fotografia, ripresa contemporaneamente al frame Z202. Secondo Willis, quello fu il primo sparo, per cui non possiamo escludere che il primo colpo ipotizzato intorno a Z150-160 non sia mai esistito. In quel caso dovremmo considerare questa ricostruzione con il -1, nel senso che il secondo sparo diventerebbe il primo, il terzo diventerebbe il secondo, e così via. Tornando ai 5 frames dell’animazione qui di fianco, notiamo che il busto di JFK non evidenzia alcun movimento riconducibile ad uno sparo da dietro, ma reagisce, sia con le braccia che con l’espressione, in modo assai compatibile con un colpo alla gola.
In quest’altra animazione dei fotogrammi immediatamente successivi, vediamo chiaramente che il busto di JFK riceve una spinta in avanti, quasi come se qualcuno gli avesse dato una manata alla schiena. Questa immagine dimostra, non solo, che Kennedy fu colpito alla schiena in corrispondenza di Z227-228, cioè mentre stava ancora reagendo alla pallottola penetratagli nella gola, ma spiega, in maniera più che logica, il disallineamento tra il foro della ferita alla schiena e i fori della giacca e della camicia. Infatti, con le braccia in quella posizione, la giacca e la camicia non potevano non essere piegate in sù. Quindi, la tanto decantata “bunched jacket” non è una teoria campata in aria, ma, diversamente da ciò che pensano i sostenitori della tesi ufficiale, quella piega ebbe i suoi effetti in tempi diversi, e tali da escludere l’assurda teoria del “single bullet”, confermando, contemporaneamente, le testimonianze secondo cui il foro alla schiena era profondo solo alcuni centimetri. E fu proprio da quel foro che fuoriuscì la pallottola poi denominata CE399.
Il quinto sparo
Basandoci sulle conclusioni di entrambe le inchieste ufficiali, sebbene la pallottola singola sia stata collocata in momenti diversi, dovremmo comunque poter essere certi del fatto che già in corrispondenza di Z225 il polso del governatore fosse fratturato. Infatti a quella pallottola viene riconosciuto il merito di aver provocato, a Z190 o Z224, tutte le ferite delle vittime, ad eccezione del colpo alla testa di JFK.
Dovremmo allora poter osservare a partire da Z225, se non direttamente il radio fratturato o evidenti macchie di sangue, quantomeno l’impossibilità da parte di Connally di fare uso della sua mano destra. Invece l’unica cosa che vediamo, e pure benissimo, è un polso perfettamente integro, che consente alla mano di effettuare tutti i suoi movimenti naturali. Analizziamo nel dettaglio questi fotogrammi.
Tra Z229 e Z230, il cappello di Connally cambia radicalmente posizione. Nel primo fotogramma è messo in verticale, con il cilindro rivolto in avanti e all’altezza del mento del governatore, mentre a Z230 lo vediamo più basso e girato nell’altro verso. Le due opposte posizioni del cappello presuppongono una torsione del polso verso il basso. Tra Z230 a Z233 assistiamo anche a una torsione laterale del polso e, inoltre, in tutti i cinque fotogrammi possiamo apprezzare il perfetto allineamento della mano con il braccio. Essendo quest’ultimo quasi in posizione verticale, se il polso fosse fratturato, vedremmo la mano pensile su di esso, come noteremo in seguito nei fotogrammi successivi a Z241. Da osservare anche il pugno decisamente chiuso sul cappello.
Tutti i particolari appena indicati sono assolutamente incompatibili con un polso spezzato. Questo significa che il radio di Connally non fu colpito dalla stessa pallottola che gli aveva trapassato il torace. E vuole anche dire che la teoria della pallottola singola è una pura invenzione.
Ma allora quando fu colpito il polso di Connally?
Nell’istante riprodotto qui a destra,
in corrispondenza di Z240-41.
E’ il quinto sparo
Infatti, osservando attentamente ciò che avviene all’interno del rettangolo giallo, ci rendiamo immediatamente conto che un proiettile ha appena attraversato il polso destro di Connally. Vediamo perchè, esaminando separatamente i close-up dei due fotogrammi dell’animazione.
A Z240 Connally, già colpito al torace ma non ancora consapevole della serietà delle ferite subite, sta cercando di girarsi verso il Presidente per vedere se gli è successo qualcosa. Il tutto è iniziato da soli 4-5 secondi e il governatore ha compreso che la limousine si trova nel bel mezzo di una sparatoria.
Come possiamo vedere la mano destra di Connally regge ancora il cappello, la cui tesa appare pressochè parallela ad un ipotetico piano orizzontale. Sebbene in ombra, è perfettamente visibile il dorso della mano. Dal fianco sinistro del governatore sbuca il braccio sinistro di Jacqueline.
Improvvisamente, a Z241, il polso riceve una spinta in avanti e verso il basso, che fa schizzare in alto e verso destra la mano di Connally. Infatti, il cappello che prima si trovava in una posizione quasi orizzontale, adesso é abbastanza più in verticale da mostrare buona parte della sua tesa, e il dorso della mano è scomparso all’interno dell’angolo formato dall’impatto. Altrettanto evidente è il movimento repentino in avanti del polsino della camicia. Ma è tutto il corpo di Connally che scivola verso il basso. Lo si nota chiaramente sia dalla spalla destra, ma ancora di più da quella sinistra, che va a coprire completamente il braccio sinistro della First Lady. Non certo di secondaria importanza è l’improvvisa smorfia di dolore sul volto di Connally e il rapido scatto del suo capo verso destra.
Nell’animazione qui a destra e nei close-up in basso tutti i dettagli appena descritti appariranno ancor più evidenti.
C’è un’altra sequenza a dimostrare una volta di più che il polso di Connally fu colpito proprio a Z241. Qui a sinistra vedete un’animazione di 9 fotogrammi, a partire da Z240 e fino a Z248. Abbiamo già visto prima che a Z241 il polso di Connally viene violentemente spinto verso il basso, mentre la mano schizza nella direzione opposta. Nel close-up a destra è impressionante notare come, già dal successivo Z242, inizi un progressivo e costante cedimento della mano, che, piegandosi in corrispondenza della frattura, assumerà a Z248 una posizione quasi perpendicolare al braccio. Durante tutta la sequenza continua la smorfia di dolore iniziata a Z241.
Nei fotogrammi successivi a Z248, e fino alla scomparsa della mano dall’inquadratura a Z279, il braccio e la mano di Connally rimarranno praticamente nella stessa identica posizione, con la mano pensile sul polso e il cappello incastrato tra le dita della stessa mano destra. Insomma tutto dimostra che il confine tra il polso sano e quello fratturato sono i fotogrammi Z240-Z241.
Un’altro particolare che combacia perfettamente con questa ricostruzione, è la posizione della coscia sinistra di Connally nei fotogrammi Z240-41. E’ facile immaginare che mai come in questi momenti il polso destro di Connally si trovò allineato alla sua coscia sinistra, rispetto ad un tiratore appostato al sesto piano del deposito. In questo caso, però, la finestra incriminata non sarebbe quella dell’angolo sud-est, ma quella dell’angolo sud-ovest, e cioè questa. Arnold Rowland, infatti, testimoniò di aver visto, poco prima dell’arrivo del corteo, un uomo armato di fucile proprio alla finestra che nell’immagine vediamo (casualmente?) aperta.
Il sesto sparo
Questo è il momento più sconvolgente del film di Zapruder. Il tristemente famoso Z313. Quella terribile immagine è già stata sufficientemente diffusa, per doverla riproporre anche qui.
Conclusione
Credo sia stata dimostrata sufficientemente la presenza di almeno due attentatori. Infatti, i primi 5 colpi in soli 5 secondi non potevano essere stati esplosi da un fucile a caricamento ordinario, come quello ipoteticamente usato dal presunto assassino. Ma soprattutto abbiamo qui dimostrato l’inconsistenza della teoria del proiettile singolo. Come si è visto, Kennedy e Connally furono colpiti da quattro proiettili diversi nell’arco di 3 secondi scarsi (Z190, Z224, Z227, Z241), e non da una singola e magica pallottola, che avrebbe da sola provocato ben sette ferite. Il fatto stesso che il polso di Connally fu colpito da un proiettile diverso da quello che gli aveva trapassato il torace, rappresenta da solo il fallimento di entrambe le Commissioni d’inchiesta. Comunque, in questa ricostruzione, sono numerose le combinazioni utili alla demolizione della teoria ufficiale. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
A quei signori del sito johnkennedy.it (che mi auguro non sarà troppo spesso confuso con questo), i quali a più riprese mi avevano chiesto le prove dell’esistenza di un complotto, rispondo che in questa pagina non ho semplicemente fornito le prove, ma ho direttamente presentato il COMPLOTTO.
Giuseppe Sabatino