Abraham Zapruder

Il testimone cineamatore

Il 22 novembre 1963, questo signore, sarto di professione, fu tra i tantissimi cittadini di Dallas che assistettero al corteo organizzato per la visita del Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy.

Con la sua cinepresa amatoriale, dopo essersi posizionato in un punto molto favorevole della Dealey Plaza, filmò uno degli eventi più drammatici della Storia Americana : l’assassinio di JFK.

In poco più di 26 secondi, corrispondenti a 480 fotogrammi, riprese l’intera sparatoria che mise fine alla vita del Presidente. Anche altre persone quel giorno utilizzarono delle cineprese amatoriali, come ad esempio Orville Nix e Mary Muchmore, ma nessuna di esse riuscì a filmare, con la stessa completezza e qualità di Zapruder, l’agghiacciante avvenimento svoltosi su Elm Street.

Tutte le inchieste sul caso JFK, governative e non, sono basate in buona parte sul breve filmato ripreso dal dilettante Abraham. Il Governo degli Stati Uniti, per entrarne in possesso, ha recentemente pagato agli eredi di Zapruder una cifra che si aggira intorno ai 30 miliardi delle vecchie lire.

Giuseppe Sabatino

abraham zapruder jfkennedy
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Nota Personale (VDC) L’assassinio di John F. Kennedy rimane uno degli eventi più dibattuti del XX secolo. Che si creda alla versione ufficiale del “cecchino solitario” o si propenda per ipotesi complottiste, è fondamentale approcciarsi alla questione con rigore intellettuale, consapevoli di due distorsioni cognitive che spesso influenzano il nostro giudizio:
  1. L’Effetto dell’Informazione Errata: Esporre un soggetto a dati inaccurati prima di analizzare un evento può alterarne il ricordo o l’interpretazione, portandolo a costruire narrative coerenti con quelle informazioni iniziali. Nel caso JFK, ciò potrebbe riguardare testimonianze manipolate o documenti decontestualizzati, usati per sostenere tesi opposte.
  2. Il Bias di Conferma: Tendiamo a selezionare e valorizzare solo le prove che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando elementi contraddittori. Questo è particolarmente evidente tra chi difende a priori una teoria (ufficiale o alternativa), trasformando l’analisi storica in uno scontro ideologico.
Un Invito Alla Riflessione Per evitare queste trappole mentali, è essenziale basarsi su fatti concreti e domandarsi: quali elementi hanno riscontri oggettivi? Prendiamo ad esempio i tre colpi esplosi a Dallas:
  • La traiettoria del proiettile che colpì Kennedy e il governatore Connally, definita “ballisticamente unica” da alcuni esperti.
  • La velocità e la precisione richieste per eseguire tre colpi in 8.3 secondi con un fucile Carcano, arma nota per la sua scomodità.
  • Le incongruenze tra i rapporti autoptici e le testimonianze oculari.
Queste anomalie, prese singolarmente, potrebbero essere casualità. Ma la loro combinazione solleva interrogativi legittimi, spingendo a chiedersi: quante "coincidenze" sono necessarie prima di riconsiderare una narrazione? Restare Nel Campo della Logica Non si tratta di abbracciare ciecamente una teoria, ma di interrogare l’evidenza senza pregiudizi. La storia è piena di eventi improbabili, ma quando le improbabilità si accumulano, la ricerca della verità richiede onestà. Sia che si creda a Lee Harvey Oswald come unico colpevole, sia che si sospetti una regia occulta, l’importante è evitare scorciatoie mentali. L’invito è a preservare l’elasticità del pensiero. La verità storica spesso risiede nelle sfumature, non nelle certezze assolute. Esplorate, dubitate, confrontate le fonti—ma fatelo per voi stessi, non per confermare un’ideologia. Il resto, come sempre, appartiene alla vostra curiosità critica.