Evidenze di complotto sulla collinetta erbosa

Il corteo e gli spari

I sostenitori del Rapporto Warren, eludendo una serie di importanti indizi, affermano che non esistono prove di spari dal poggio erboso. Ecco di seguito una lista abbastanza completa dei fatti il cui significato fu stravolto o ignorato dalla Commissione Warren, ma non completamente dall’HSCA.
  • Dopo essere stato colpito per la prima volta, Kennedy porta le mani alla gola con un movimento compatibile con un proiettile proveniente dal davanti.
  • I medici del Parkland Hospital constaterenno, infatti, una piccola ferita d’entrata sotto il pomo d’Adamo. Le caratteristiche e le dimensioni di quella ferita non potevano essere il risultato di una pallottola in uscita.
  • Il proiettile che, colpendolo alla testa, uccise il Presidente, provocò un evidente movimento all’indietro, e a sinistra, della testa. Fatto assolutamente normale per una pallottola proveniente dal davanti e da destra, cioè “dalla collinetta”.
  • Pure in quest’ultimo caso vi fu chi interpretò la ferita alla tempia destra di JFK come un foro provocato da una pallottola entrata tangenzialmente (vedi anche conferenza stampa di Kilduff).
  • Decine di testimoni, subito dopo la sparatoria, si precipitarono sul poggio erboso.
  • Un’altro testimone che si trovava con moglie e figlio ai piedi della collinetta, dichiarò di aver sentito i proiettili sibilare sopra la sua testa.
  • Il primo poliziotto che arrivò sulla collinetta sentì odore di polvere da sparo.
  • Anche il senatore Yarborough sentì lo stesso odore, mentre transitava in auto nei pressi della collinetta.
  • Diversi testimoni videro una nuvoletta di fumo fuoriuscire da sotto gli alberi del poggio erboso
  • Julia Ann Mercer, una donna che con la sua auto aveva percorso Elm Street poco prima del corteo, affermò, in una dichiarazione giurata, di aver visto un camioncino fermo ai piedi della collinetta erbosa. Secondo la Mercer c’era un uomo, sui 40 anni, tarchiato, seduto al volante del furgone. Un’altro uomo prese dal cassone del camioncino un contenitore che sembrava essere la custodia di un fucile, e si diresse verso la sommità della collinetta.

I soliti sostenitori della tesi ufficiale potrebbero obiettare che nessuno vide un uomo sparare dalla collinetta. E sarebbe “abbastanza vero”, anche se ai portatori di questa argomentazione andrebbe poi ricordato che, allo stesso modo, nessuno vide Oswald alla finestra del sesto piano con un fucile tra le mani. Comunque, nonostante non esistano immagini chiaramente rivelatrici di uno sparatore dalla collinetta, qualcosa su cui meditare, in effetti, c’è.

Willisa

Chi è costui?

Willisa

La figura che vediamo a sinistra è l’ingrandimento del dettaglio evidenziato qui sopra con il cerchio piccolo, nella famosa foto n. 5 di Phil Willis. Jfk è appena stato colpito, e sta per reagire portandosi le mani alla gola.

Il Dr Hunt, l’esperto di fotografia che, per conto dell’HSCA, analizzò la foto n. 5 di Phil Willis, testimoniò davanti al Committee che la figura ingrandita qui sopra ritraeva una persona adulta vestita di scuro, alta dai 165 ai 180 centimetri. Hunt dichiarò che questa persona sembrava maneggiare qualcosa di “rettilineo”, ma la non eccelsa qualità della foto non consentì di stabilire in maniera convincente che potesse trattarsi di un fucile. E’ però impressionante notare che la posizione di questa persona è assolutamente compatibile con un uomo che sta prendendo la mira. Se si trattasse di un semplice spettatore del corteo quella postura sarebbe alquanto anomala.
Betzner

Questa foto fu scattata da un certo Betzner contemporaneamente a quella di Willis, o comunque non più di un secondo prima.

Betzner

Come vediamo in questo ingrandimento, anche nella foto di Betzner è visibile, dietro il muro bianco della collinetta, la stessa enigmatica figura che abbiamo osservato nalla foto di Willis. Ma in questa immagine vediamo qualcosa in più, e precisamente il tettuccio di una giardinetta ferma a pochi metri da quell’uomo, dietro lo stesso muro.

Non c’era solo quell’uomo dietro la massicciata di cemento bianco. Alla sua sinistra, a pochi metri, c’era anche una giardinetta. Sia l’uomo che l’auto scompariranno immediatamente dopo la fine della sparatoria, e non se ne saprà più niente.

Ma le presenze sospette su quel poggio erboso non finiscono qui.

Lee Bowers, un addetto alla torre di controllo ferroviario, aveva un’ottima visuale della zona retrostante la staccionata posta in cima alla collinetta erbosa. Poco prima dell’inizio della sparatoria notò la presenza di due uomini dietro quella staccionata, e subito dopo la sparatoria vide che uno di essi era ancora lì. Anche di questi due personaggi non conosceremo mai l’identità, come non si riuscirà mai a capire chi fosse colui che presentò le credenziali del servizio segreto al poliziotto Joe Smith, che si era precipitato sulla collinetta subito dopo gli spari. Nessun uomo del servizio segreto era presente nella Dealey Plaza immediatamente dopo la sparatoria.

A questo punto, dopo tutto ciò che abbiamo detto e visto, possiamo ragionevolmente concludere che quella collinetta fu teatro di movimenti sospetti che avrebbero potuto avere molto a che fare con l’attentato a John Kennedy?

E’ logico e razionale pensare che tutti gli elementi descritti in questa pagina siano frutto di persistenti coincidenze?

Certo, tutte quelle persone che si precipitarono sulla collinetta erbosa, ad esempio, potevano essere state tradite da un eco, o da qualche altra falsa pista, e quindi aver commesso un errore di gruppo. La Mercer forse si sbagliò nel credere che il conducente del camioncino somigliasse a Jack Ruby, e forse le persone che osservò erano semplicemente due operai di una ditta di condizionatori. E’ possibile, e tutti sappiamo che spesso le testimonianze sono fallaci.

Ma poi i medici vedono un foro d’entrata alla gola del Presidente; la testa di Jfk si muove violentemente all’indietro; alcuni testimoni sentono odore di polvere da sparo sulla collinetta, o nei pressi di essa; altri vedono addirittura del fumo fuoriuscire da sotto gli alberi; notiamo personaggi e  auto sparire misteriosamente; eccetera.

Allora quei testimoni non dovrebbero essere considerati come possibili protagonisti di una “svista di massa”, ma piuttosto come conferma di tanti altri pesanti indizi. E del resto come si fa a ritenere che l’odore di polverre da sparo e la nuvoletta di fumo, rilevati contemporaneamente sulla collinetta, siano il frutto di testimonianze fantasiose, che descrivono effetti così compatibili tra di loro solo per puro caso?

Se un solo testimone avesse visto del fumo, e contemporaneamente, sempre su quella collinetta, un solo altro testimone avesse sentito profumo di aranci in fiore, queste persone avrebbero descritto situazioni non collegabili tra di loro, e trattandosi di testimonianze singole, le loro dichiarazioni sarebbero state sicuramente, e giustamente, ignorate.

Ma se più persone vedono del fumo in un certo luogo, e contemporaneamente, altre persone, nei pressi di quello stesso luogo, sentono odore di fumo di sigaretta, al 99% vuol dire che qualcuno sta fumando!!!

Quando troppi elementi convergono verso una stessa spiegazione, possiamo essere certi che quella spiegazione rappresenta ciò che è realmente accaduto. Persino un’inchiesta ufficiale, l’House Select Committee on Assassinations, sostenne il complotto concludendo che da quella collinetta era stato esploso un colpo, anche se, secondo il Comitato, quel proiettile non sarebbe andato a segno.

Se, poi, aggiungessimo a tutte queste presunte coincidenze anche gli altri scherzi del “caso” sostenuti dal Rapporto Warren, come, ad esempio, le straordinarie performance delle pallottole, la fortuna del mediocre sparatore e l’uccisione di quest’ultimo, ecco che la teoria del folle solitario si trasforma in una improponibile ipotesi che offende anche le leggi della matematica, dopo aver insultato quelle della fisica.

Io, a differenza dell’HSCA, credo che da quella collinetta furono esplosi due colpi, e che questi, purtroppo, centrarono entrambi il bersaglio.

Giuseppe Sabatino

stationwagon

Qui sopra vediamo un fotogramma del film amatoriale girato da Orville Nix. L’istante immortalato in questa immagine corrisponde a quello del fotogramma 312 del film di Zapruder, il quale sta riprendendo proprio di fronte a Nix, sul muro bianco a destra. A 10-15 metri sulla sinistra di Zapruder, si nota, nel cerchio giallo, il tettuccio della giardinetta che abbiamo già visto nella foto di Betzner.

Zca

Sul limite destro del tettuccio si vede qualcosa che molti hanno pensato essere un uomo armato. Anche in questo caso ho personalmente eseguito un ingrandimento, e non è escluso che si tratti realmente di un uomo.

NOTA FINALE PERSONALE DI VDC: Rimani intellettualmente onesto, fallo per te.

Ricordandoci dell'effetto del Bias cognitivo Informazione Errata: un'informazione errata data al soggetto prima del richiamo di un evento (o dello studio di esso) porta a delle modifiche nel ricordo che tendono ad essere coerenti con l'informazione errata.

E anche del Bias di conferma Scorciatoia Mentale Errata: si verifica in particolar modo tra i sostenitori di ideologie. Nello specifico, è nella nostra natura dare maggiore rilevanza alle sole informazioni in grado di confermare la nostra tesi iniziale.

Che siate per la teoria ufficiale o per teoria del complotto, manteniamo una mente elastica cercando di rimanere nei fatti concreti, oggettivi ma anche logici...ossia esistono le casualità, ma se si combinano uno dietro l'altro sono altamente improbabili. Un Esempio concreto: Tre colpi. Tre traiettorie uniche, rare e particolari.

Il resto è lasciato alla vostra intelligenza.